È sostenibile il Superbonus110? Sì purché non si trasformi in un assalto alla diligenza
Il contributo del 110% allo efficientamento energetico e alla riduzione del rischio sismico degli immobili sta andando alla grande.
Dopo un inizio timido, anche i condominii, grazie alle semplificazioni introdotte dal Governo a ridosso dell’estate, si stanno attivando per aderire a questa straordinaria misura fiscale.
Come evidenzia uno studio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, è prevedibile che a fine 2021 gli impegni di spesa per interventi con il Superbonus possano raggiungere i 9,3 €/Mld, generando una produzione aggiuntiva totale di 19,6 €/Mld e un incremento dell’occupazione per oltre 153.000 unità e contribuendo al Pil per 12,3 €/Mld.
Ma la notizia più confortante è quella sui benefici che il Superbonus è in grado procurare.
È ovvio, infatti, che esso può avere un ruolo decisivo, mediante la riqualificazione energetica e sismica degli edifici, nel conseguimento dell’obiettivo della sostenibilità, sia in termini ambientali che sociali.
Ma c’è di più: come precisa il presidente Armando Zambrano, nel 2021 la formazione di valore aggiunto, indotta dal Superbonus per 8,5 €/Mld, compensa abbondantemente il disavanzo netto di 6 €/Mld, procurato dalla stessa misura.
In sostanza, in base all’analisi del CNI, la spesa sarebbe sostenibile nel medio-lungo periodo, al punto da rendere ragionevole la proposta di spostare la scadenza degli incentivi almeno al 2026 (con la conclusione del PNRR).
Tutto bene allora?
No, perché sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà del mercato di reggere all’impatto di questa agevolazione.
È difficile reperire manodopera qualificata, i prezzi delle materiali e delle attrezzature sono schizzati alle stelle, vi è difficoltà a individuare imprese qualificate.
Non vi è dubbio che su tutto ciò pesi la grave crisi decennale dell’edilizia.
E sicuramente un ruolo importante lo ha avuto il blocco produttivo determinato dalla pandemia.
Per entrambi gli aspetti è auspicabile che possano essere individuate delle misure normative idonee a superare l’emergenza.
E la stabilizzazione dell’orizzonte temporale dell’agevolazione potrebbe essere una di esse.
Vi è, però, anche l’esigenza di contrastare possibili speculazioni.
Secondo un report confidenziale dell’Enea, del quale riferisce Federico Fubini sul Corriere della Sera, l’aumento medio dei prezzi rispetto al 2020 è del 286% sulle caldaie a condensazione, del 225% sulle schermature solari e del 208% sugli infissi.
Manca del tutto un meccanismo di conflitto di interessi tra proprietari e operatori. Allora, verificando questi numeri si insinua il dubbio che non si tratti solo di una fisiologica dinamica di mercato.
E, quindi, occorre fare ogni sforzo perché quella, che può essere una grande operazione di rinnovamento del patrimonio immobiliare del Paese, venga sprecata per taluni comportamenti fuori controllo.
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